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«La Santa Crociata Spirituale ed Universale per i morenti»

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“Salviamo i morenti: Dio lo vuole!”

«Un giorno i nostri padri si mossero uniti nelle Crociate per liberare il glorioso Sepolcro di Cristo! Impresa santa e degna di ogni encomio. I nostri Missionari, eredi della fede e dell’animo generoso dei crociati, salpano i mari e vanno e vanno per salvare le anime. E noi? Dobbiamo essere tutti crociati, tutti missionari, anche restando nelle nostre terre. Anime senza numero debbono essere aiutate e salvate, soprattutto le anime dei poveri morenti del mondo intero. […] Pregare per essi, pensare ad essi, affidarli al Patrocinio di S. Giuseppe [ed ora anche di San Michele e San Benedetto] vuol dire, tante volte, cooperare, nelle mani sante di Dio, alla loro salvezza.

Quale fortuna e quale merito! «Hai salvato un’anima, dice S. Agostino, hai predestinato la tua!». Tutti possiamo e dobbiamo prendere parte a questa universale crociata!”[1]. […] “Pensa, o Cristiano! Ad ogni battito del nostro cuore, un’anima passa all’eternità! Quanti muoiono (50 milioni all’anno), quanti muoiono improvvisamente (per morti violente, apoplessie, guerre, terremoti e disastri), quanti muoiono male! Adoperiamoci per salvare queste anime e ci assicureremo una buona morte! Quando saremo in agonia, milioni di fratelli pregheranno per noi”[2].

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[1] Le preci della Chiesa per i morenti, p. 245.

[2] Ivi, p. 261.

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