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SAN GIUSEPPE

Dolcissimo Patrono dei morenti[1]

 

San Giuseppe favorito in morte

Se la morte dei Patriarchi fu consolata e resa sacra dalla fede nel futuro Messia e per questo è elogiata dallo Spirito Santo, quella di San Giuseppe rimane come l’esemplare unico della morte più invidiabile. Giuseppe muore presente Colui che è la Vita e fra le tenerezze della Regina del Cielo e della Terra.

Muore pieno di giorni e di opere buone e si aggiunge al popolo di Dio, non già come uno di loro, ma come l’erede fortunato delle loro benedizioni. E’ Giuseppe che ai Padri trattenuti nel Limbo annuncerà ormai imminente la liberazione.

I Patriarchi parlarono del Messia, i Profeti lo salutarono da lungi, molti Re desiderarono vederlo e udirlo; ma fra tutti, solo S. Giuseppe, meritò di stringerlo al suo cuore nella sua casa. Il Redentore atteso l’aveva amato e venerato quale Padre e Giuseppe a sua volta era vissuto unicamente per il grande Tesoro a lui affidato.
E quando la sua terrena missione è compiuta, egli, nel silenzio e nell’intimità della Casetta di Nazareth, passa alla vita futura, assistito da Gesù e da Maria e attorniato da schiere di Angeli.

Gesù, con affetto e cuore filiali, gli sta accanto e oltre al sollievo delle cure più sollecite, prestategli con le sue mani divine, gli parla del Paradiso e della gloria immensa che godrà lassù; Maria, vera e legittima Sposa di Giuseppe, da lui amata, onorata, difesa e servita, non trascura mezzo per esternare la sua riconoscenza e per pregustare con l’ora della riunione in Cielo. Sempre vicini Maria e Giuseppe! Entrambi, come dice l’Evangelista e commenta S. Agostino, sono i «Genitori di Cristo», entrambi uniti nella fiamma dello stesso amore, stretti dagli stessi vincoli a Gesù. Quanto a ragione, più che sottolineare la distanza che certamente corre tra Maria e Giuseppe, si studiano le ammirabili armonie delle loro anime, i punti di contatto della loro santità e della loro comune missione!

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È il Patrono della santa morte

San Giuseppe è il Patrono della santa morte, è l’avvocato benigno e sollecito, che intercede per i suoi devoti e per tutti i fedeli un transito simile al Suo. Giuseppe muore tra Gesù e Maria! Che altro vorrà fare il grande e generoso Patriarca, se non assicurarci la presenza del suo Gesù, schiuderci il seno delle divine misericordie e renderci propizia la sua illibatissima Sposa?

Tutto provò nella vita: i dolori, le angosce, le persecuzioni, l’esilio, il martirio dell’anima: ma la sua vita è coronata con la preziosa morte dei santi e per questo è giustamente venerato quale Patrono della Buona Morte e tale ci viene proposto dalla Santa Chiesa.

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La preghiera in suo onore

E la Chiesa eleva anche a Lui la preghiera e con accento devoto gli ripete:

«A te ricorro, o San Giuseppe, Patrono dei Morenti e a te, al quale nel beato Transito furono presenti vigilanti Gesù e Maria, per questo duplice carissimo pegno, fervidamente raccomando l’anima di questo servo che si affanna nell’ultima agonia, perché, mercé la tua intercessione, sia libero dalle insidie del diavolo e dalla morte perpetua e meriti di giungere ai gaudi eterni».

In questa preghiera viene con voce autorevole confermato che alla morte di San Giuseppe si trovarono presenti Gesù e Maria; il caro Santo viene proclamato Patrono dei Morenti; si dice che Gesù e Maria sono un carissimo pegno per Lui e finalmente si chiedono grazie, che solo un Santo, così buono e così potente come S. Giuseppe, può intercedere con tanta garanzia d’essere esaudito dal Cuore del Suo Gesù e dalla bontà della Sua Sposa.

Questa preghiera è in ordine di tempo l’ultima gemma incastonata nel Rito della raccomandazione, per effetto del citato Decreto dell’anno 1922.

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Allontana il demonio

A San Giuseppe la Chiesa consacra anche il titolo di «terrore dei demoni», perché tocca a Lui, in qualità di Patrono della Santa Chiesa, sventare le insidie di satana e difendere le singole anime. Il demonio teme San Giuseppe, perché sa ch’Egli reca Gesù, che è potente, che è costituito Custode della Casa di Dio e Principe di ogni Suo possesso.

Quando San Giuseppe parla e chiede, Gesù e Maria lo ascoltano e per questo può ottenere ogni grazia ai suoi devoti, soprattutto la perseveranza nelle buone opere e la conseguente grazia della Buona Morte.

Il Signore, ammirabile nei suoi Santi e glorioso nelle Sue opere, avendo voluto San Giuseppe Patrono della Buona Morte, si compiace della pietosa attività da Lui svolta e mentre ne trae aumento per la Sua gloria, esalta al cospetto delle genti la dignità dell’Uomo prescelto per essere il Custode di Gesù, lo Sposo di Maria, il Consigliere prudente e saggio dei misteri profondi dell’Incarnazione.

San Giuseppe guida i suoi devoti ai gaudi eterni, li colloca presso i freschi rivi della Redenzione, partecipi per sempre della luce e della pace.

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Preghiamo San Giuseppe

Oh, preghiamo il caro e buon e San Giuseppe! Ci ottenga Egli la grazia di una santa morte, ci assista in quei trepidi istanti e, forti del suo Patrocinio, ci faccia entrare negli eterni tabernacoli a benedire e a lodare il Signore.

Santa Teresa esclamava: Come muoiono bene i devoti di San Giuseppe! Vogliamo anche noi ottenere una simile grazia, che tutte le altre incorona? Vogliamo anche noi morire di una santa morte, che tutta la vita adorna? Teniamo i nomi di Gesù, di Maria e di Giuseppe nel cuore e sulle labbra; invochiamoli in ogni istante e con questi Nomi sul labbro ci sarà dato di giungere al porto della salvezza eterna.

«Ricordati di noi, i beatissimo Giuseppe; prega per noi il tuo Gesù e rendici propizia la tua santissima Sposa» (San Bernardino da Siena).

 

[1] La presente spiegazione è tratta da “Le preci della Chiesa per i morenti”, op. cit., pp. 117-124.

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